Il nome del vitigno Falanghina deriverebbe da Falernina, per la sua grande diffusione nel Falernus Ager. Furono probabilmente i mercanti romani a portare in Italia questa uva dalla Grecia, diffondendone la coltivazione al centro e al sud.
La prima citazione scritta di un’uva con tale nome risale al 1804; la si ritrova poi in un’opera di agricoltura del Padre Ex-provinciale Niccola Columella Onorati che inserisce la Falanghina tra le uve “buone da mangiare”.
Nel XX secolo la Falanghina comincia ad essere considerata tra i migliori vitigni italiani e se ne raccomanda la coltivazione per migliorare la produzione delle principali zone viticole del Mezzogiorno.
5. Falanghina
Primo anno di produzione: 2000
Gradazione alcolica: 13% Vol.
Uve: Falanghina 100%
Comune di provenienza: Montemiletto (AV)
Altimetria: 500 m slm
Tipo di suolo: argilloso
Sistema di allevamento: Guyot
Densità dell’impianto: 3500 ceppi/ha
Resa: 70 q/ha
Periodo di vendemmia: fine settembre
Metodo di raccolta: a mano tradizionale
Metodo di vinificazione: in bianco con pressatura soffice
Temperatura di fermentazione: 16°-18°C (temperatura controllata)
Periodo di imbottigliamento: aprile-maggio
Acidità totale: 6 g/L
pH: 3,20
Capacità di invecchiamento: sì
Epoca di massimo godimento: 2/3 anni
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